I TERGESTINI Sinossi dello spettacolo
Il padre della giovane Giustina ha promesso in sposa la figlia al giudice Saprizio. Giustina, angosciata da questa imposizione, confida i suoi crucci all'ancella Clemenzia che, nel consolarla, si lascia sfuggire il fatto di essere cristiana e la conduce con sè ad una riunione di cristiani. Durante la predica del Maestro, Giustina si converte e decide di dedicarsi completamente al Signore e di ribellarsi al volere paterno. Ritornata a casa, dove nel frattempo sono giunti il promesso sposo Saprizio e il suo amico Zenone, dichiara a tutti di non poter mantenere fede alla promessa paterna essendo diventata “una di loro” cioè una cristiana. Grande è lo sconcerto di Zenone e la rabbia di Saprizio, che le impone di rinnegare quella malefica fede pena la morte. Lo stesso Zenone suggerisce a Saprizio la più grande infamia per una vergine cristiana: quella di farla entrare in un lupanare. Ma Giustina è pronta al martirio mentre Clemenzia, impaurita, giura di essere pagana. Nel lupanare, nonostante gli sforzi del diavoletto Belzebò in cerca di nuove anime per l'inferno, nessuno tocca Giustina. L'etera Aspasia tenta di sedurre Zenone, giunto al lupanare spinto dalla curiosità di sapere da Giustina il perché di questa mania chiamata Gesù. I due discutono finché Zenone, in balia di una strana sensazione, si rivolge a quel Gesù, che non comprende, con una supplica che è quasi una preghiera. Giustina è portata al Foro per la definizione della condanna. Il giudice Saprizio vuole sapere da Aspasia cosa è successo nel lupanare e questa gli confessa di essere stata pagata da Zenone perché nessuno profanasse la giovane. In Saprizio nasce il sospetto che pure l'amico si sia convertito ma Zenone nega il fatto, seppur sente crescere in lui il richiamo della Fede. Per dimostrare la loro fedeltà a Diocleziano, i tergestini pagani reclamano la soppressione di tutti i convertiti nella città, che vengono condotti al martirio. Saprizio ordina di tagliare la testa a Giustina e Zenone, ormai convinto, confessa di essere pure lui un cristiano. Saprizio, adirato per il tradimento di Zenone gli fa mozzare la lingua, ma Zenone continua a professare la sua Fede nel Signore e il giudice lo fa giustiziare nello stesso giorno di Giustina: il 13 luglio 286 d.C. Saprizio incomincia a rendersi conto dell'assurdità di tutto quel sangue attorno a lui. Alla fine tutti i personaggi della storia realizzano che gli arbitri del bene e del male non sono gli dei o un solo Dio, ma...
ARTICOLO PUBBLICATO SU: [IL PICCOLO]
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